Pagina (171/330)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Modo senz'alcun dubbio anco la menteDa varie effigie di leoni è mossa
      Da lei viste egualmente e nulla menoDi quel che rimirar possano gli occhi,
      Se non ch'ella più tenui e più sottiliSpecie discerne. E certamente altronde
      Esser non può, che, quando il sonno ha sparseDi dolce onda letèa tutte le membra,
      Della mente il vigor stia vigilante,
      Se non perchè l'imagini medesmeChe vegliando miriam gli animi nostri
      Concítano in tal guisa, che di certoNe sembra di veder chi molto innanzi
      Brev'ora ancise e poca terra asconde.
      E questo avvien, perchè del corpo i sensi,
      Tutti in un con le membra avviluppatiIn profonda quïete, allor non ponno
      Con le cose veraci e manifesteConvincer l'ingannevoli, e sopita
      Giace, oltr'a questo, e langue ogni memoria,
      Nè basta a dissentir che già morisseQuel che vivo mirar crede la mente.
      In somma; che l'imagine passeggi,
      Che mova acconciamente ambe le bracciaE le mani e la testa e tutto il corpo,
      Meraviglia non è: poichè sognandoNe sembra di veder che i simolacri
      Possan far ciò; perchè svanendo l'unoE creandosi l'altro in altro sito,
      Pare a noi che il medesimo di primaAbbia in un tratto varïato il gesto.
      Chè ben creder si dee che questo avvengaCon somma ed ammirabile prestezza:
      Tanto mobili son gli spettri, e tanta
      È la lor copia e così grande il numeroDelle minime parti d'ogni tempo.
      E qui di molte cose interrogarmiLice, e che molte io ne dichiari è d'uopo,
      Se di spiegar perfettamente altruiDi natura desio gli ultimi arcani.
      E pria può domandarmisi, in che modoL'animo umano ove il desio lo sprona


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330