Pone ai lamenti: anzi sè stesso accusaDi solenne pazzia, chiaro veggendo
D'aver più ad una femmina concessoChe a mortal cosa attribuir non lice.
Nè ciò punto è nascosto alle moderneVeneri nostre, onde ogni industria ogni arte
Usan per occultar ciò che in segretoFanno, allor che tener gran tempo avvinti
Fra i legami d'amor braman gli amanti.
Ma tutto in van; chè, se mirar non puossiCon gli occhi della testa, al men con quelli
Dell'animo si mira e si contempla.
E, se bella è di mente e se ti portaVicendevol amor, non vieteratti
Punto il dar venia alle miserie umane.
Nè per infinto amor sempre sospiraLa donna, allor che nelle braccia accoglie
Dell'uomo il corpo e lo si stringe al senoE mirandolo fiso avidi baci
Liba or dagli occhi e dalle labbra or sugge:
Con ciò sia che di cuore il fa soventeCercando il comun gaudio, e s'affatica
Di giunger tosto all'amorosa meta.
Nè per altra cagione ai maschi loroSottopor si potrian gli uccelli e i greggi
E gli armenti e le fiere e le cavalle,
Se non perch'ardon di lussuria e tutteDi focoso desio pregne e di seme
Van liete incontro al genital dilettoDe' lascivi mariti, et a vicenda
Il maneggiano anch'esse. Or tu non vediForse come color, che spesso avvinti
Furon da vicendevole piacere,
Nella stessa prigione e fra gli stessiLacci sian tormentati? Anzi sovente
Per le pubbliche vie sogliono i caniTentar di separarsi ed ogni sforzo
Metter in ciò, mentre legati intantoStan con nodi venerei: il che per certo
Far non potrian, se di scambievol gustoNon gioissero in prima ond'ingannati
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