Pagina (187/330)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fossero e strettamente insieme aggiunti.
      Dunque, voglia o non voglia, il gaudio loro
      È comun senza dubbio e vicendevole.
      E, se per avventura il viril semeFia nel carnal congiungimento attratto
      E con subita forza a sè rapitoDal seme femminil, nascono i figli
      Simili allor dal patrio seme al padre,
      Dal materno alla madre: e, se tal voltaVedesi alcun che d'ambidue l'effigie
      Egualmente ritenga e in un confondaDe' genitori i volti, ei del paterno
      Corpo è cresciuto e del materno sangue,
      Mentre, eccitati per le membra i semiDa scambievole ardor, furo in tal guisa
      Sbattuti insieme e rimenati e misti,
      Che nè questo nè quel vinto o vincenteDir si poteo nell'amoroso incontro.
      Posson anco alle volte agli avi loroNascer simili i figli e de' proavi
      Rinovar le sembianze: e ciò succedePerchè spesso mischiati in molti modi
      Celano i genitor molti principiiNel proprio corpo, che di mano in mano
      Dalla stirpe discesi i padri a' padriDanno: e quindi è che Venere produce
      Con diversa fortuna aspetti vari,
      E de' nostri antenati i volti imitaI moti, i gesti, le parole e 'l pelo:
      Poscia che nulla meno è certo il semeOnde nascon in noi sì fatte cose
      Di quello onde si crean le facce, i corpiE l'altre umane membra: ed è prodotto
      Dal patrio sangue delle donne il sesso,
      E l'uom formato è del materno corpo.
      Poichè d'entrambi i semi in un commistiCosta ogni parto; e, qual de' genitori
      È più simile al figlio, ei nel suo corpoHa maggior parte, o sia femmina o maschio.
      Nè pôn gli dèi la genital semenzaDisturbare ad alcun, sì ch'ei non vegga


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Venere