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      Tali e tante sciagure, e via cacciolleLungi da' nostri petti e non con l'armi
      Ma pur col senno, un sì grand'uomo adunqueConvenevol non fia che fra' celesti
      Numi s'ascriva, e che per dio s'adori?
      Massime, avendo de' medesmi dèiScritto divinamente e delle cose
      Tutta svelata a noi l'interna essenza?
      Di cui mentr'io le sacre orme calcandoSeguo lo stile incominciato, e mostro
      Nelle parole mie con quai legamiD'amicizia e d'amor tutte le cose
      Create sian dalla natura e quantoStar ne debbiano avvinte e come indarno
      Procuran di schivar del tempo edaceI decreti immutabili ed eterni;
      Qual dell'animo uman principalmenteGià si provò che di natia sostanza
      Creata è la natura e che non puoteEternamente conservarsi intatta,
      Ma che spesso ingannar soglion gli spettriLe menti di chi dorme allor che parne
      Veder chi morte in cenere converse;
      Nel resto il preso metodo mi tiraA dovert'insegnar, che di mortale
      Corpo è il mondo e nativo, ed in quai modiIl concorso degli atomi fondasse
      La terra, il cielo, il mar, le stelle, il soleE 'l globo della luna, e quai viventi
      Nascan dal grembo dell'antica madreE quali anco all'incontro in alcun tempo
      Nascer già mai non ponno, e come gli uominiVarïando favella incominciassero
      L'un l'altro insieme a conversar per mezzoDe' nomi delle cose, e com'entrasse
      Il timor degli dèi ne' petti nostriChe sol qua giù quasi beate e sante
      Custodisce le selve, i laghi, i templi,
      Sacri a' numi immortali e l'are e gl'idoli.
      Del sole, in oltre, e della luna il corsoDirotti onde proceda e con qual forza
      Natura i moti lor tempri e governi;


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330