N'è sopra e 'l terren globo abbraccia e stringe,
E, com'altri han creduto, eternamenteSol di sè pasce e in sè riceve il tutto:
Tutto è nativo e di mortal sostanzaFormato: con ciò sia che ciò che nutre
Di sè le cose e l'augumenta è d'uopoChe scemi, e, quando poscia in sè ricevele,
È mestier che s'accresca e si restauri.
In oltre: se la terra e 'l ciel non ebberoAlcun principio genitale e sempre
Perpetui fûro, e per qual causa innanziAlla guerra tebana e d'Ilio al rogo
Non cantaro altre cose altri poeti?
Ove di tanti uomini illustri e tantiCadder le gesta glorïose? e come
Non fioriscon anc'oggi in luogo alcunoDi fama eterna alle memorie inserte?
Ma, sì come stim'io, nuova è la sommaDel tutto, e nuovo è 'l mondo, e molto innanzi
Non ebbe il nascimento: ond'alcune artiInventansi anche adesso, et anco adesso
Pulisconsi alcun'altre. Or molti arnesiFûro aggiunti alle navi, or messi in uso
I sonori concerti: e finalmenteQuesta stessa cagione e questa stessa
Natura delle cose, ancor che moltoSia che già fu trovata, omai del tutto
Quasi sepolta in sempiterno oblío,
Pur di fresco è risorta, vie più vagaE più bella che mai, per le immortali
Opre del gran Gassendo, onore e lumeDel bel paese ove la Senna inonda.
Et io pur or principalmente, io stessoFui trovato fra tanti, ed ebbi in sorte
D'esporla altrui nella paterna linguaPria d'ogni altro toscan, come dettolla
Per entro ai dotti suoi carmi robustiPria d'ogni altro romano il gran Lucrezio.
Chè se forse tu credi esserc'innanziState più volte le medesme cose
Ch'al presente ci son, ma che l'umana
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Ilio Gassendo Senna Lucrezio
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