Ma; perchè molti primi semi in moltiModi fûr già per infinito tempo
Da colpi innumerabili percossi,
E da' propri lor pesi ebbero in sorteD'esser commossi e trasportati in varie
Parti dell'universo e d'accozzarsiFra loro in ogni guisa e di tentare
Tutto ciò che produr potean congiunti;
Quindi avvien poi che, dissipati e sparsiPer lo vano infinito ed ogni sorte
Di moto e d'unïon provando, al finePiù s'adattano insieme, e non sì tosto
Adattati si son che di gran coseDivengon semi ed a produr son atti
La terra, il mare e gli animali e 'l cielo.
Qui nè dell'aureo sol potea mirarsiIl cocchio luminoso errar per l'alto,
Nè stelle o mare o ciel nè finalmenteVedersi aria nè terra o cosa alcuna
Simigliante alle nostre. Indi una certaNuova tempesta insorse et una massa
D'atomi che svanir fe' dello spazioLe parti; ed a congiungersi i principii
Simili incominciaro et ad aprirneIl mondo e le sue membra e le sue parti,
Disgiungerle, ordinarle e d'ogni sorteDi principii arricchirle; i cui concorsi
Gli spazi i pesi le percosse i motiLe vie gli accozzamenti alta discordia
Turbava, e vi mescea risse e battaglie,
Per le varie figure e per le formeDifformi; onde restar tutte in tal guisa
Congiunte non potean, nè compartirsiConvenevoli moti. Or questo, o Memmo,
È separar dal terren globo il cielo,
E far che d'acque separate abbondiDisgiunto il mare, e similmente i puri
Fochi dell'etra ardan divisi anch'essi.
Posciachè della terra i genitaliCorpi, perch'eran gravi e l'un con l'altro
Tutti in più modi avviluppati, univansiPrimieramente, e nel più basso centro
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Memmo
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