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      Che 'l sol con l'altre stelle inferïoriRimanga indietro a poco a poco a' fervidi
      Segni che son da noi molto più lungi.
      Ma del sol più vicina anco alla terraCerto è la luna: e, quanto più dimessa
      Giace l'orbita sua lungi dal cieloEt a noi s'avvicina, il proprio corso
      Tanto degli altri segni anco ha più tardo;
      E quanto al fin con turbine men rapidoAl sole inferïor gira per l'etere,
      Tanto più l'altre stelle aggiunger ponnoIl suo lucido globo e trapassarlo:
      E quindi avvien che di tornar più rattaA' segni appar; poichè all'incontro i segni
      Tornan più ratti a lei. Fors'anco puoteEsser che da traverso un'aria scorra
      Dall'alterne del mondo oblique partiIn un tempo prefisso, e sia bastante
      A spingere e scacciar da' segni estiviIl sole al brumal punto ed al rigore
      Aspro del verno; e ch'un altr'aer tostoFin dall'ombre gelate al calorifero
      Flesso in dietro il rispinga e a' segni fervidi:
      E con pari ragion la luna e l'altreStelle che nel grand'orbe i lor grand'anni
      Volgon creder si dee ch'ire e tornarePossan per l'aere alterno atto a cacciarle.
      Forse non vedi ancor da vari ventiSpinte scorrer le nubi in varie parti
      E più ratte dell'altre ir le piu basse?
      Dunque chi può negar che pei gran cerchiDell'etra l'aer basti in così varie
      Guise a portar sì varie stelle in volta?
      Ma con vasta caligine sorgendoLa notte ingombra il terren globo; o quando
      Già scaccia il sol dopo il suo lungo corsoDel ciel l'estime parti, e spira intorno
      Languidi i raggi omai debili e stanchiPer lo troppo vïaggio e dal soverchio
      Aer interposto conquassati e laceri;


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330