Chiamata sia, poichè di terra il tuttoNacque. E non pochi ancor sono i viventi
Che dall'umide piogge e dal vaporeCaldo de' rai del sol nascono in terra:
Stupor dunque non è s'in maggior numeroNacquero e vie più grandi, allor che nuova
Era la terra ed era l'etra adulta.
Pria de' pennuti augelli il vario germeNella nuova stagion di primavera
Dall'uovo esclusi deponeano il guscio;
Qual depor le cicale al caldo estivoSoglion la tenue spoglia e per sè stesse
Vitto e vita cercar. La terra alloraPria ne diè gli animali. Erano i campi
E di caldo e d'umor molto abbondanti,
E dovunque opportuno offriasi il luogo.
Molti del suolo alle radici affissiQuasi ventri crescean; che poi ch'al tempo
Maturo apria de' pargoletti infantiLa tenerella etade a sugger atta
L'umore e spirar l'aure, ivi naturaDella terra volgea l'occulte vene,
Che poscia aperte rifondeano un succoSimile al latte; in quella guisa a punto
Ch'ogni femmina adesso, allor che figlia,
Suol di latte abbondar, perchè si volgeDel nutrimento alle mammelle ogn'impeto.
Ai fanciulli porgea cibo e ristoroLa terra, il vapor veste, e letto il prato
Di molli erbette e tenere abbondante.
Ma ne' rigidi verni il nuovo mondoNè soverchio calor nè tempestosi
Venti eccitar potea; poich'egualmenteCresce ogni cosa e vigor prende e forza.
Sì che molto a ragion di madre il nomePria la terra acquistossi e giustamente
Se 'l tiene ancor; poich'ella stessa il germeUman produsse, e quasi sparse in certo
Tempo ogni altro animal ch'ebro e baccanteScorre pe' monti e per le selve, e tutte
| |
|