Vedea ciascuno; allor primieramenteCominciò l'uman germe ad ammollirsi.
Poichè 'l foco operò che i corpi algentiNon potessero omai nell'aria aperta
Soffrir più tanto freddo, agevolmenteVenere altrui scemò le forze, e 'l fiero
Spirto de' genitor fransero i figliCon lusinghe e con vezzi. Allora in prima
Cominciâr l'amicizie: i confinantiNon s'offendean: raccomandâr l'un l'altro
I figli pargoletti e 'l fragil sessoCon le voci e co' cenni, altrui mostrando
In lor balba favella opra esser giustaIl dar soccorso a' miseri e mal fermi.
Nè però generarsi una totalePace fra lor potea; ma la migliore
Parte osservâr religïosi i patti:
Poichè 'l genere uman spento e distruttoGià fôra, e lor semenza indarno omai
Tentato avrian di propagar le genti.
Ma l'umana natura i vari accentiPria formò della lingua, e l'util poscia
Diede i nome alle cose; in quella stessaGuisa che par che la medesma infanzia
I teneri fanciulli induca al gesto,
Mentre fa che da lor sia mostro a ditoQuel ch'all'occhio han presente. Ogni animale
Sente il proprio vigore, ond'abusarloPossa. Pria ch'al vitel nascano in testa
Le corna, egli con esse irato affrontaE 'l nemico rival preme ed incalza.
Ma de' fieri leoni i pargolettiFigli e delle pantere, allor ch'a pena
Nelle branche hanno l'ugna e i denti in bocca,
Già co' piedi e co' morsi altrui fan guerra.
Senza che, confidar tutti gli augelliVeggiam nell'ale e dalle proprie penne
Chieder tremolo aiuto. Il creder dunqueCh'alcuno allor distribuisse i nomi
Alle cose e che quindi ogni uom potesseApparare i vocaboli primieri,
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