Col batterlo e limarlo ed arrotarlo,
Tirarsi in punte acute ed in sottiliTagli, onde poscia di saette armarsi
Potessero e tagliar piante silvestriE spianar la materia e rimondare
Le travi e gli altri necessari arrediPer uso delle fabbriche, e pulirli
Anco e forarli e conficcarli insieme.
Nè men punto ad oprar sì fatte coseCon l'argento e con l'òr gli uomini prima
S'accingean che col forte e duro rame:
In van posciachè vinta ogni sua possaEra a ceder costretta, e non potea
Soffrir tanta fatica. Indi in maggiorePregio era il rame, l'òr negletto e vile
Giaceasi inutil pondo: ora all'incontroSi giace il rame, e 'n sommo pregio è l'oro.
Tal dell'umane cose i tempi mutaLa volubil età: quel ch'una volta
Caro esser ne solea d'ogni onor privoFinalmente divien. Quindi succede
Che l'òr già dispregevol com'eraNon sembra; anzi vie più di giorno in giorno
È bramato e cercato; e, ritrovato,
Di lodi adorno, e fra' mortali sciocchiFiorisce ed ha meravigliosi onori.
Or tu per te medesmo agevolmenteBen conoscer potrai, come trovata
Fosse del ferro la natura e l'uso.
Armi pria fûr le mani e l'ungna e i denti,
E i sassi, e, in un co' sassi, i tronchi ramiDe' boschi, e, poi che ne fûr note in prima,
Le fiamme e 'l foco. Indi trovossi il ferroE 'l rame. E pria del ferro il rame in opra
Fu messo, perchè allor copia maggioreN'era e vie più trattabile natura
Avea del ferro. Essi la terra adunqueColtivavan col rame; in guerra armati
Di rame usciano, e tempestosi fluttiMescean fra lor d'avverse schiere, e vaste
Piaghe fean tra' nemici, e i greggi e i campi
| |
|