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      Rapian; ch'armati essendo, agevolmenteTosto ognun li cedea nudo ed inerme.
      Quindi di passo in passo i ferrei brandiDagli uomini inventati, e quindi volte
      Furo in obbrobrio e in disonor le falciDi rame; e cominciār gli agricoltori
      A fender della terra il duro senoSolamente col ferro; et adeguati
      Fūr della guerra i perigliosi incontri.
      E pria fu da' mortali in uso postoIl salir su i cavalli e moderarli
      Col freno e con la spada armar la mano,
      Che il tentar sovr'i carri a due corsieriDella guerra i perigli. E i carri a due
      S'inventąr pria ch'a quattro e che di falciCrudeli armati. Indi a lucani buoi
      Gravār di torri il vasto orribil dorsoI Peni, e gl'insegnār delle battaglie
      A soffrir le ferite e in strane guiseDi Marte a scompigliar l'ampie caterve:
      Tal d'altro altro poteo l'empia e crudeleDiscordia partorir, ch'all'uman germe
      Fosse poi spaventevole fra l'armi:
      E tal sempre vie pił di giorno in giornoDella guerra al terror terrore accrebbe.
      Tentaro i tauri anche in battaglia, e spessoFźr prova d'inviar contro i nemici
      I crudeli cignali. E in lor difesaI Parti vi mandār fieri leoni,
      Con severi maestri e con armateGuide ch'a moderarli e porli freno
      Fosser bastanti: in van: poich'infiammatiDi strage indifferente ambe le schiere
      Scompigliavan crudeli e de' lor capiD'ogni intorno scotean l'orribil creste,
      Nč potean de' cavalli i cavalieriPiegare i petti spaventati e messi
      Da' lor fremiti in fuga e rivoltarliCol fren contro i nemici. E d'ogni parte
      Le leonze irritate a precipizioSi lanciavan dal bosco, e i vļandanti


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





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