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      Sempre s'avanza. In cotal guisa adunqueTrae fuor l'etade a poco a poco il tutto
      Dal buio in cui si giacque, e la ragioneL'espon del mondo a' luminosi raggi:
      Poichè farsi vedean nota con l'arteL'una cosa dall'altra, in fin che giunti
      Fûr dell'umana industria al sommo giogo.
      LIBRO SESTO
     
      Argomento.
     
      Questo libro, speso per intiero nella spiegazione delle meteore, comincia dalle lodi di Epicuro, e dall'esposizione del subbietto che il poeta s'accinge a trattare, subbietto tanto più importante, in quanto è, al parer suo, il precipuo fonte della superstizione tra gli uomini. Entra dunque in materia, svolge a lungo le cause del tuono, dei lampi, del fulmine, e da queste spiegazioni conclude non esser Giove che scaglia i fuochi del cielo, in mezzo alle nuvole, ma che questo fenomeno è prodotto da vapori infiammabili che si accendono naturalmente nell'atmosfera. Dai fulmini passa alle trombe, che provengono a un dipresso dalle medesime cause, e ne distingue due specie: le trombe di mare, flagello terribile ai naviganti, e le trombe di terra, uragano non meno pericoloso, ma più raro. Dipoi, trattato che ha della formazione delle nuvole, della pioggia e dell'arco baleno, scende ai fenomeni terrestri, ricerca le cause dei terremoti, spiega perchè il mare si contenga sempre tra le sue rive, donde vengono le eruzioni dell'Etna, le piene periodiche del Nilo, e quelle esalazioni minerali, il cui vapore dà la morte agli uomini, ai quadrupedi ed agli uccelli; di qui entra in particolarità curiose sulla causa che rende i pozzi più freddi di state che di verno, sulle proprietà singolari di alcune fontane e sulla virtù attrattiva e comunicativa della calamita; tratta finalmente delle malattie contagiose e pestilenziali, e termina questo tratto con la descrizione della peste, che devastò l'Attica al tempo della guerra del Peloponneso, e che fu narrata da Tucidide.


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





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