Prima agli egri mortali Atene, un tempoSovr'ogni altra città chiara e famosa,
Gli almi parti fruttiferi e le santeLeggi distribuì; pria della vita
Dimostronne i disagi e dienne i dolciSollazzi; allor che di tal mente un uomo
Crear poteo che già diffuse e sparseFuor di sua bocca veritiera il tutto;
Di cui, quantunqu'estinto, omai l'anticoGrido per le divine invenzïoni
Della fama sull'ali al ciel se n' vola.
Poichè: allor ch'ei conobbe a noi mortaliEsser quasi oggi mai pronto e parato
Tutto ciò che n'è d'uopo ad un sicuroVivere e per cui già lieta e felice
Può menarsi la vita, esser potentiDi ricchezze e d'onor colmi e di lode
Gli uomini e i figli lor per fama illustri,
E pur sempre aver tutti ingombro il pettoD'ansie cure e mordaci e vil mancipio
Di nocive querele esser d'ognunoL'animo; ei ben s'accorse ivi il difetto
Nascer dal vaso stesso, e tutti i beniChe vi giungon di fuori ad uno ad uno
Dentro per colpa sua contaminarsi;
Parte, perchè sì largo e sì foratoVedeal, che per empirlo al vento sparsa
Fôra ogn'industria ogni fatica ogni arte;
Parte, perchè infettar quasi il miravaD'un malvagio sapor tutte le cose
Ch'in lui capían. Quindi purgonne il pettoCon veridici detti, e termin pose
Al timore al desío: quindi insegnonneQual fosse il sommo bene ove ciascuno
Di giunger brama, e n'additò la viaOnde per dritto calle ognun potesse
Corrervi, e quanto abbia di male in tutteL'umane cose altrui fe noto, e come
Manchin naturalmente e 'n varie guiseVolino, o ciò sia caso o di natura
Occulta vïolenza, e per quai porte
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Atene
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