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      E 'n ciel si crea l'incognite cagioniTi sveli, e le tempeste e i chiari fulmini
      Canti e gli effetti loro e da qual impetoSpinti corran per l'aria: acciò che folle
      Tu, le parti del ciel fra lor divise,
      Di paura non tremi, onde il volanteFoco a noi giunga o s'ei quindi si volga
      A destra et a sinistra, et in qual modoPenetri dentro a' chiusi luoghi, e come
      Quindi ancor trïonfante egli se n'esca:
      Chè, veder non potendo il volgo ignaroLe cause in modo alcun d'opre sì fatte,
      Le ascrive a' sommi dèi. Tu, mentre io corroQuella via che mi resta alla suprema
      Chiara e candida meta a me prescritta,
      Saggia musa Calliope, almo riposoDegli uomini e piacer degl'immortali
      Numi del cielo, or me l'addita e mostra;
      Tu che sola puoi far con la tua fidaScorta, ch'io di bel lauro in riva all'Arno
      Colga l'amate fronde e d'esse omaiGlorïosa ghirlanda al crin m'intessa.
      Pria: del ceruleo ciel scuotonsi i campiDal tuon, perchè l'eccelse eteree nubi
      S'urtan cacciate da contrari venti:
      Con ciò sia che 'l rimbombo unqua non vieneDalla parte serena; anzi, dovunque
      Son le nubi più folte, indi soventeCon murmure maggior nasce il suo fremito.
      In oltre: nè sì dure nè sì denseCom'i sassi e le travi esser mai ponno
      Le nubi, nè sì molli nè sì rareCome le nebbie mattutine o i fumi
      Volanti; poi che o dal gran pondo a terraSpinte cader dovrian, qual cade a punto
      Ogni trave ogni sasso, o dileguarsiCome 'l fumo e la nebbia e 'n sè raccôrre
      Non potrian fredde nevi e dure grandini.
      Scorre il tuono eziandio sulle diffuseOnde aeree del mondo, in quella guisa


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Calliope Arno