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      Voli col caldo e a noi tiepido giunga.
      Ma che 'l fulmine il moto abbia sì rapidoE sì grave e sì acerba ogni percossa,
      Nasce perchè lo stesso impeto innanziPer le nubi incitato in un si stringe
      Tutto e di giù piombar gran forza acquistaIndi, allor che le nubi in sè capire
      L'accresciuta lor forza omai non ponno,
      Spresso è 'l vortice accolto, e però volaCon furia immensa; in quella guisa a punto
      Che da belliche macchine scagliatiVolar sogliono i sassi. Arrogi a questo;
      Ch'ei di molti minuti atomi e lisciSemi è formato; e contrastare al corso
      Di natura sì fatta è dura impresa;
      Ch'ei ne' corpi s'insinua e per lo raroPenetra, onde per molti urti ed intoppi
      Punto non si ritien ma striscia ed oltreVola con ammirabile prestezza:
      In oltre; perchè i pesi han da naturaTutti propensïon di gire al centro,
      E, s'avvien che percossi esternamenteSian da forza maggior, tosto s'addoppia
      La prontezza nel moto e vie più graveDivien l'impeto loro, onde più ratto
      E con più vïolenza urti e sbaragliTutto ciò ch'egl'incontra e non s'arresti.
      Al fin; perchè con lungo impeto scende,
      D'uopo è che sempre agilità maggiorePrenda che più e più cresce nel corso,
      E 'l robusto vigor rende più fortiE più fieri i suoi colpi e più pesanti;
      Poichè fa che di lui tutti i principiiChe gli son dirimpetto il volo indrizzino
      Quasi in un luogo sol, vibrando insiemeTutti quei che 'l suo corso ivi han rivolto.
      Forse e dall'aria stessa alcuni corpiSeco trae, mentre vien, che crescer ponno
      Con gli urti lor la sua prontezza al moto.
      E per cose penètra intere, e molte


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330