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      È degli atomi 'l numero, e che tuttaDello spazio la somma è senza termine,
      E con quanta prestezza i genitaliCorpi soglian volare e come ratti
      Scorrer per lo gran spazio immemorabile.
      Stupor dunque non è, se spesso in breveTempo sì vasti monti e terre e mari
      Cuopron sparse dal ciel tenebre e nembi,
      Con ciò sia che per tutti in ogni parteI meati dell'etra, e del gran mondo,
      Quasi per gli spiragli, aperta intorno
      È l'uscita e l'entrata agli elementi.
      Or su, com' il piovoso umor nell'alteNubi insieme s'appigli e come in terra
      Cada l'umida pioggia, io vo' narrarti.
      E pria dubbio non v'ha che molti semiD'acqua in un con le nuvole medesme
      Sorgan da tutti i corpi; e certo ancora
      È che sempre di par le nubi e l'acquaCh'in loro è chiusa in quella guisa a punto
      Crescan, ch'in noi di par cresce col sangueIl corpo e 'l suo sudore e qualunqu'altro
      Liquore al fin che nelle membra alberghi.
      Spesso eziandio quasi pendenti velliDi lana, dalle salse onde marine
      Suggono umido assai, qual ora i ventiSpargon sull'ampio mar nuvole e nembi.
      E per la stessa causa anco da tuttiI fiumi e tutt'i laghi all'alte nubi
      L'umor s'attolle; u' poi che molti semiD'acqua perfettamente in molti modi
      D'ogn'intorno ammassati in un sol gruppoSi son, tosto le nuvole compresse
      Dall'impeto del vento in pioggia accoltiCercan versarli in due maniere in terra;
      Chè l'impeto del vento insieme a forzaGli unisce, e la medesima abbondanza
      Delle nuvole acquose, allor che insortaN'è turba assai maggior, grava e di sopra
      Preme, e fa che la pioggia indi si spanda.


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330