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      Sassi e che molti ancor fiumi nascostiSotto il gran tergo suo volgano a forza
      E flutti ondosi e in lor sassi sommersi:
      Chè ben par che richiegga il fatto stesso,
      Ch'essere il terren globo a sè simileDebba in ogni sua parte. Or, ciò supposto,
      Trema il suol per di fuori entro commossoDa gran ruine; allor che 'l tempo edace
      Smisurate spelonche in terra cava:
      Con ciò sia che cader montagne intereSogliono, ond'ampiamente in varie parti
      Tosto con fiero crollo tremor serpe:
      Ed a ragion; chè da girevol plaustriScossi lungo le vie gli alti edifici
      Treman per non gran peso e nulla mancoSaltano ovunque i carri a forza tratti
      Da feroci cavai fan delle ruoteQuinci e quindi trottar gli orbi ferrati.
      Succede ancor che vacillante il suoloSia dagli urti dell'onde orribilmente
      Squassato, allor che d'acque in ampio e vastoLago per troppa età dall'imo svelta
      Rotola immensa zolla; in quella stessaGuisa che fermo star non puote un vaso
      In terra, se l'umor prima non restaD'esser commosso entro il dubbioso flutto.
      In oltre: allor che d'una parte il ventoNe' cavi chiostri sotterranei accolto
      Stendesi e furïoso e ribellantePreme con gran vigor l'alte spelonche,
      Tosto là 've di lui l'impeto incalzaScosso è 'l van della grotta, e sopra terra
      Tremano allor gli alti edifici, e, quantoPiù sublime ognun d'essi al ciel s'estolle,
      Tanto inchinato più verso la stessaParte sospinto di cader minaccia,
      E scommessa ogni trave altrui sovrastaGià pronta a rovinar. Temon le genti
      Sì che dell'ampio mondo al vasto corpoCredon ch'omai vicino alcun fatale


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330