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      v. 940.
      Scorrendo rapidissimo dividev. 1164.
      . . . . . . . . . . . . . . . la fiamma e '1 fumo.
      v. 1184.
      Le mamme fan delle lanose pecore;
      v. 1418.
      Ch'or son sotterra di poggiar in altoTentino e in ricader di nuovo in terra
      Abbian posa e quiete, a punto comev. 1423.
      . . . . . . . . . . . . . . guisa anco di sottoSi sforzan di provar che gli animali
      Vaghino, e che da terra in vèr le partiDel ciel più basse a ricader bastanti
      Altrimenti non sian, che i corpi nostri.
     
      LIBRO SECONDO.
     
      v. 71.
      Nè dell'oro il fulgor nè l'orgogliosoChiaro splendor delle purpuree vesti;
      v. 135.
      Senza fin senza modo intorno sparsoProfondissimamente in tratto immenso,
      v. 619.
      . . . . . . . . . . . . . . . .In somma tutteLe cose che fuggirsi in un momento
      Vedi e svanir, come le fiamme il fumoLe nebbie e le caligini, se tutti
      Non hanno i semi loro lisci e rotondi,
      D'uopo è al men che ritorti e l'un con l'altroNon gli abbiano intrigati; acciò sien atte
      v. 1133.
      Di vezzosa colomba orni e coroniv. 1468.
      Spazio infinito, l'animo ricercav. 1478.
      Dunque pensar già non si dee che, essendoSparso a noi d'ogn'intorno un infinito
      Spazio, nel quale in mille guise e milleNumero innumerabile di semi
      Profondi immensamente, irrequieti
     
      LIBRO TERZO.
     
      v. 34.
      . . . . . . . . . . . . .ma sempre d'un sereno e puroEtere cinte e d'un diffuso e chiaro
      v. 40.
      . . . e scritte di sua porta al sommoL'acerbe note di colore oscuro:
      Lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate.
      v. 102.
      Cibo e sostegno; chè la fama reaE '1 disprezzo e lo scherno e la pungente
      E sconcia povertà disgiunte affatto


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330