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      E veramente le idee sulla fisica sono pericolose solo perchè furono dichiarate tali. Quando la loro fortuna è sicura tutti vi si acconciano. Di pericolose diventano innocenti. I sistemi primamente condannati di Copernico e di Galileo hanno poi somministrato armi nuove alla religione, e per tornare in sull'esempio di Lucrezio, la teoria degli antipodi, che in passato aveva agitato sì gagliardamente gli animi, fu accettata dalle dottrine più contrarie, senza che alcuna ne sentisse detrimento.
      Tuttavia questa scienza inetta, vieta, in cui s'adagiava la infingardia d'Epicuro e che egli aveva elevata ad articoli di fede, è vestita da Lucrezio della più splendida e spesso della più amabile poesia. Questa vile materia lavorata dall'immaginazione del poeta, assume talvolta forme squisite.
      Per citare un esempio a proposito delle fasi della luna. Lucrezio, seguendo Epicuro, ci dice da prima: "La natura non potrebbe ella produrre una luna per giorno... distruggere la luna della notte passata, e metterne in suo luogo una nuova?" La spiegazione del fenomeno è ridicola e moverebbe a chiedere ad Epicuro dove vanno a finire le lune vecchie. Ebbene, Lucrezio anche in questa miserabile dimostrazione, resta gran poeta; si studia di appagarsi con raffronti, crede vedere nella natura un gran numero di produzioni periodiche e viene per cotal via a fare un quadro delle alternative delle stagioni che, egli dice, possono assimigliarsi alle fasi della luna, quadro pieno di forza e di grazia, nel quale appare come l'immaginazione d'un poeta può nascondere sconcissimi errori non già con artificj, ma con splendide verità accessorie28.


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





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