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      Egli muove il quesito perchè il lampo si veda prima che si senta il tuono ed osserva assai giustamente che il suono ha minor velocità che la luce. Questa non era al suo tempo una verità comune, perchè, se crediamo a Plutarco "i fisici opinano che il lampo esca dalla nube dopo il tuono, sebbene si veda prima.38" Lucrezio,secondo il costume della sua setta assomiglia questo fenomeno formidabile ad un fatto noto che ciascuno ha potuto osservare. Si deve altresì notar qui la precisione di questo linguaggio poetico. Il rumore del tuono arriva al nostro orecchio dopo che il lampo ha percosso i nostri occhi, perchè gli oggetti che vanno all'udito non corrono sì velocemente come quelli che eccitano la vista. Se voi da lontano ponete mente allo spaccalegne che percuote con la scure il tronco di un albero, vedrete il colpo prima di udire il suono. Così noi vediamo il lampo prima di sentire il tuono, sebbene il suono si muova al medesimo tempo che la luce e che l'uno e l'altro sian prodotti dalla stessa causa, dal medesimo cozzo delle nuvole39." Lasciando stare come sia vera l'osservazione che il suono sia men veloce della luce, si ha in questi versi una prova novella di quell'animosità sì rara tra gli antichi, la quale consiste a spiegare per via di cause meramente fisiche fenomeni di cui tutti sentivan terrore.
      Se passando ad un diverso ordine di considerazioni, volessimo riscontrare le opinioni di Lucrezio in fisiologia, potremmo citare versi notevoli i quali mostrano che il poeta non era nuovo di questa scienza.


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Plutarco Lucrezio Lasciando Lucrezio