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      Ma non più di questo, e la conclusione in ciò sia, che questa donna tenga e porti i capelli suoi dorati, crespi, lunghi e folti, in bionde trecce avvolti, e non già celati in rete niuna d'oro e di seta, ma scoperti sì, che ciascheduno li vegga senza maledire cosa alcuna, che li contenda agli occhi suoi.
      Era, parlando, trascorso infino a qui l'eccellente Dottore, e già facevasi, quando il signor Pietro disse:
      Deh, signor Dottore, non vi rincresca palesarci qual sia stata colei, la cui bellissima chioma riducendovi a mente, voi l'avete data a questa donna, che procuriamo di formare or ora caldi, come si vede, e anzi attenti che no.
      A tal dimanda il signor Dottore, e per non mostrarsi scortese e duro, e per scoprire che non in vile e sozzo, ma in gentile e bel luogo aveva santissimamente collocato il cuor suo, lietamente così rispose: Fu la gentilissima ed onestissima sorella vostra la signora Ortensia Arigona, quella, signore, i cui folgoranti e biondissimi capelli veggendo io col pensiero (non li potendo con questi occhi scorgere) mi misi a porre l'idea di loro, e a donargli a questa donna nostra per tale dover essere, quando fia fornita, quale ella è, cioè da tutte le parti bella e perfetta a meraviglia.
      Risero qui i compagni, e poi soggiunse dolce ridendo il signor Pietro:
      Adunque voi, come chiaro qui veggio, siete il vago della sorella mia, ch'io non so come e quando d'averlo più compreso da voi; e meno da altrui; ma ben caro e dolce vi può essere l'averlomi scoperto qui alla presenza di questi signori, ch'io vi giuro di far si con essa lei, che crudele, fera ed empia; non vi sarà giammai, ma in tutti quei modi, che una gentildonna pari a lei scarsa del suo onore più che di cosa alcuna, può esser, larga e cortese per lo innanzi vi si dimostrerà.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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