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      Tacquesi a queste parole il signor Ladislao, e poi soggiunse cosė:
      - Signor Giacomo, per l'ardentissimo amore che mostrate tuttodė di portare a quella bianchissima Rosa, la quale non hanno tutti i giardini del mondo, io vi prego che vogliate esser contento stasera innanzi a me di cominciare a dire sovra la materia della donna quanto a voi fia in piacere e in grado, e nulla pių.
      A ciō, la risposta del signor Giacomo fu questa, essendosi col viso verso lui, che gli aveva parlato, dolcemente rivolto:
      - Voi avete trovato un bel modo di vincermi, e vi so dire che un altro simile non trovereste in cento mill'anni. Per quella candidissima ed adoratissima Rosa adunque, per la quale voi mi avete pregato, anzi sforzato a qui far le vostre voglie, e per la quale io non posso negare nulla a chi per lei mi prega, io sono pių che contento di ragionare della incominciata materia con esso voi e con questi altri gentiluomini, amici e signori miei.
      Cosė risposto, con un viso mezzo ridente egli incominciō:
      - La gola vi si dee per mio giudicio in prima supporre a questa testa da ogni parte compiuta. Il perchč la vorrei di colore di marmo tale quale mi ricorda d'avere non so se letto o udito dire ritrovarsi nell'Isola di Paro, cioč candida sė, che candidezza maggiore non apparisse nč in cigno, nč in giglio, nč in armellino, nč in neve.
      - Pur mo' scesa dal cielo? - disse qui il signor Vinciguerra, - ha egli nevicato forse?
      - No, - gli rispose il signor Giacomo, - ma voi non m'intendete. Io dico, ch'io vorrei che la gola di questa donna fosse vieppių bianca che non č la fresca e ancora intatta neve fioccata nuovamente dal cielo.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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