Senza che io non sono aratore, per così dir più acconciamente che oratore.
Non potè a queste parole non rendersi il signor Ladislao, e contentarsi di quanto piacque al signor Giacomo, il quale dopo il vinto impedimento e ostacolo del suo ragionare, in questa guisa si pose da nuovo a seguire:
- Al luogo, onde tutti noi venimmo al mondo, già mi trovo arrivato così passo passo ragionando, e prima ch'io vi scopra come egli mi ha da piacere in questa donna, io dirò con licenza di voi ch'io non posso meravigliarmi assai onde ciò sia, che sendo egli il nido del piacere, e bello quantunque si voglia, tutte le donne femmine usino di nasconderlo e celarlo a noi a tutto suo potere. Noi veggiamo ciò appo l'Ariosto in Ullania e nelle compagne. Noi il veggiamo in Fotide appo l'Asino d'oro d'Apuleio. Egli ci è chiaro per Diana da Atteone colta con tutta la sua schiera ignuda nelle chiare acque appo le Trasformazioni di Ovidio. Egli ci è chiaro per Olimpia appo l'antidetto Ariosto. L'abbiamo appo il Petrarca nella gran canzone. E leggendo io, benchè altra cagione ci mostra Ovidio, che Tiresia fu cecato da Pallade da lui veduta ignuda, come piace a Properzio al quarto libro, a Seneca nella tragedia intitolata Edipo, al Poliziano nell'Ambra, nella Nutricia e nelle sue Miscellanee, e finalmente all'Ariosto in un capitolo che incomincia, De la mia negra penna ecc., mi penso che ciò n'avvenisse non per altra cagione, se non per averla così ignuda contro la sua volontà sguardata e scoperta, cosa che spiace stranamente alle donne per non volere che degli uomini alcuno miri l'antidetto luogo, cui di coprire tanta cura mostrano di avere, che insino sul morire non la lasciano le generose e veramente donne.
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