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      Per la qual cosa leggo appo Ovidio, che Polissena, di cui si ricordò il Petrarca al sonetto, In tale stella, giunta al punto della morte non la lasciò. Leggo appo Giustino che Olimpiade, madre del grande Alessandro, con la testa e co' capelli isforzossi di velare questo luogo morendo. Veramente la Natura ha qui operato in modo, ch'io le vederei, s'io potessi, volentieri nel seno per poterne cavare ragione di ciò che mi soddisfacesse e mi acchetasse un poco. Ma quando ho bene il mio pensiero in questo stanco, io trovo che per ciò ella tale istinto nelle donne ha posto, perchè fra i loro membri ha voluto questo disonesto e quello onesto chiamarsi, e però questo scoprirsi e quello coprirsi; e di qui è che la testa, quasi membro onestissimo, il più delle volte si mostra ignuda, come le mani ancora ed altre parti; ma quelle che sotto il ventre si celano, quasi disoneste si vengono da noi a celare, e velare il più altresì, da noi dico, perchè noi ancora abbiamo questo naturale, e non le donne pure; onde il divino Agostino al quartodecimo della città di Dio dice, che tutte le genti talmente hanno in uso e in costume di celare le parti vergognose, che alcuni barbari le vengono a coprire insino nei bagni o con brache o con che si sia. Appresso i romani i giovani che in campo Marzo ignudi si esercitavano, queste parti secrete scoprivano. Ma se di questa cosa la ragione antidetta è buona, e vi pare non indegna di essere accettata per buona, come si potrà dire che o queste cotali parti sieno più sozze nelle donne che ne gli uomini, o che nel sesso loro vi si richiegga più onestà e vergogna che nel nostro, quando la medesima Natura ha fatto sì, che per caso e mala sorte annegato un uomo e insieme una donna, quegli giace resupino in mare e questa rivolta col ventre in giù? Ma lasciamo di dire più in tal materia, e torniamo onde pur ora ci partimmo.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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