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      - Voi, signor Pietro, quel tanto che per voi faceva, e che a proposito vostro essere conoscevate, ci avete leggiadramente qui in mezzo recato; ma certo non l'avete ancora vinta. Perocchè so ben io che di queste misture e di questi zibetti gli effetti non sono sempre tristi, ma buoni alle volte e forse il più; e perchè non mi possiate tassare qui come più su nella ragione ch'io tacqui, io voglio essere contento di addurre un esempio, e forse un paio, secondo che usate voi bene spesso di fare ragionando. Leggesi che un certo barcaruolo chiamato Faone era nell'arte sua tanto giusto, che mai non avrebbe egli giuntato niuno, e si mostrava sì fatto, che da persona che non potesse pagarlo non pigliava mai pagamento. Ora avvenne che in Lesbo, ove esercitava sua arte, nacque de' suoi costumi non poca ammirazione, e lodandolo tutti, anco Venere loro Iddio, che così la chiamano, lodollo e commendollo sommamente; indi a poco se gli appresentò davanti in forma di vecchia chiedendo che la volesse in su l'altra riviera traghettarla. Faone senza altro la fece in sua barca salire, e poi usando suo ufficio al destinato luogo la condusse, ove non volle mercè nè paga veruna. Ma che operò per lui poscia Venere? operò questo, che dandogli in dono un vasetto di soavissimo moscato, lo fece, di vecchierello ch'egli era, divenire subito il più bel giovane che mai si trovasse in Lesbo, o forse in tutto il mondo. Che dite qui, soggiunse poi, signor Pietro, non fu meraviglioso questo effetto di questo moscato? non fu egli buono a fare che un uomo, che putiva di cimiterio, tornasse nella più fiorita età, e poi sì bello quale mai ai suoi giorni non fu?


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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