Sì, le concederemo in ogni modo, e perchè sono di odore convenevole, e perchè non sono rea cosa i pomi, de' quali alcuna gente vive, e alcuna del solo odore. Il che è pur miracoloso ad udire, ma noi n'abbiamo il Petrarca nel sonetto, Si come eterna vita è veder Dio; e nella canzone, Ben mi credea passar, e nel dialogo di sopra allegato del buono e soave odore. Noi abbiamo Plinio al secondo capitolo del settimo libro della sua naturale istoria; n'abbiamo Solino e gli altri, che ciò ci confermano per vero. La istoria è tale, che là sul Gange in India sono certi popoli nomati Astomi, senza bocca, pelosi per tutto il corpo, e vestiti di non so che, che in su le frondi degli alberi trovano in quelle parti. Questi senza altro mangiare (il che non potrebbono s'eglino volessero) si nutriscono del solo odore che spirano certi pomi, che seco portano. Quando sono per ire in peregrinaggio nulla recano con seco, salvo che gli antidetti pomi vitali, e sono così impazienti del fetore e del puzzo, che sì come il puro odore gli nutrisce, così il tristo gli ammazza. Questo mi è piaciuto di dire alla presenza vostra, soggiunse poi, e per dimostrare, che buoni sono i pomi (il che io averci potuto a mille altre foggie mostrarvi) e perchè io qui scoprissi l'errore di alcuni, e massime del Bonfadio là in quella epistola che, nel secondo delle Volgari di vari autori accolte, scrive a messer Plinio Tomacello. Egli dice in somma, che se alcuni hanno detto, che in certa parte del mondo sono animali, che vivono d'odore, hanno detto ciò intendendo, che ivi gli uomini per tal cagione, oltra che vivono più tempo, vivono ancora più lieti e sani, che questa tale è veramente vinta.
| |
Petrarca Dio Plinio Solino Gange India Astomi Bonfadio Volgari Plinio Tomacello
|