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      Questo è falsissimo, perchè è cosa certa, come gli autori più su citati mi mostrano, che questi popoli non hanno bocca, e non avendo bocca bisogna credere che vivano d'odore veramente, e non più tempo, e più lieti e sani.
      Aveva avuto fine il ragionare dell'eccellente Dottore, quando il signor Pietro voltosi a lui umanissimamente gli disse:
      - E' mi pare, che Vostra Eccellenza abbia avuto dubbio in tutto il parlar suo, ch'io non scendessi ad esserle conforme in concedere queste rose, fiori, viole e gigli insieme con qualche vago e aurato pomo alla donna, e però n'è ricorsa ad aita ai questi gentiluomini, come s'è veduto. Io, per discoprirvi il segreto dell'animo mio, signor Dottore, quell'istesso sento che n'avete sentito voi, e se in qualche particella discordo, che meraviglia n'è? quanti sono gli uomini tanti sono i pareri.
      - Oh, io la veggo, che voi volete con queste vostre moine trovare una certa via e modo che io non vi abbia a ribattere quanto siete per dire contro me; ma incominciate, ch'io non ve la perdono no, rispose l'eccellente Dottore.
      A cui il signor Pietro
      - La picciola discordanza, ch'io tengo con voi è, che io ho per fermo che questi odori ancora, che voi ci avete detto essere ricreativi e nutritivi e buoni affatto, e convenire alla donna, ponno cagionare poco bene alle volte.
      - E come? diss'egli il Dottore.
      - Perchè, rispose il signor Pietro, io trovo che i giardini ameni sono come zolfanelli, e mezzani di farci divenire incontinenti e lascivi. Nè senza cagione è che il grande oratore Cicerone, mentre che gittava in occhio l'adulterio al suo reo nemico, volle gli ameni luoghi, dove fosse suto commesso ciò, come stimoli e sprone al peccare.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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