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      Ma che diremo noi di quelle che, essendo naturalmente belle e riguardevoli, amano meglio d'andare lisciate che no? hanno queste le traveggole? hanno queste date le cervella a rimpedulare? Non sanno elle dove elle sono? e non sono finalmente in buon senno? O Dio buono, dammi pazienza! Egli è volgare proverbio che una beltà naturale si fa sozza e deforme mediante il liscio; ma sapete che dicono queste che l'adoperano? dicono che ciò ch'è bello in loro per natura egli diviene più bello s'egli si adorna, e si pone cura di abbellirlo ancor più. Oh savie sibille che sono queste tali! Egli non è sempre vero, anzi falsissimo in loro, e in moltissime cose, ciò che esse dicono, alle quali cose belle per sè, se vi si aggiunge altro per più abbellirle, accade che, dove naturalmente erano in vago e ottimo stato, elleno si fanno e divengono men belle e men riguardevoli assai. Non si sa questo, che se una casa magnifica tutta di marmo sarà fatta in qualche luogo della nostra città di Udine, ella fie così bellissima e vaghissima? Ma se il padrone poi cercherà di dipingerla e d'inalzarla, non farà egli una pazzia di Grillo? Non farà questo, che dove ella si scorgeva da tutti riguardevole, di beltà ripiena, ella si scorgerà men vaga e men bella? Poi a cui non è chiaro quello che si legge di Alcibiade? il quale soleva dire, che delle orazioni vestite e tutte artificiate di quel Pericle, nelle labbia del quale, come si dice, sedeva la dea Pito che lo faceva tonare, folgorare e persuadere ogni impossibil cosa, niente vi si commoveva, ma sibbene per le parole ignude e semplici di Socrate.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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