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      Non vi parrebbeella la maggior ingratitudine del mondo? Non vi parrebbe che siffatti ingrati non sarebbono degni di ritrovarsi sopra la terra? Sì, certo. Similmente sono contro di Dio ingrate e sconoscenti tutte quelle donne che, non contentandosi della naturale faccia, adoprano il liscio. Perocchè il prence, che ha tanto oro, è Dio, in cui sono rinchiusi tutti i tesori. Il dono di centomila scudi egli è la vita, che hanno da lui tanto cortesemente. I mille mendici carichi di fango sono le donne nate e concette nel peccato originale, come noi, e come noi di limo create. I coeredi sono pur le istesse, le quali da Dio sono state formate a fine che con Gesù Cristo unico di Lui figliuolo abbiano eternamente a godere delle delizie del Paradiso. I mendici, che hanno gli scudi d'oro sono quelle donne che, oltre la vita, impetrano ancor la bellezza del sommo Iddio. Quelli che gli hanno d'argento sono quelle, che con la vita riportano tanto di bruttezza paragonate con le belle, quanto ne riporta l'argento agguagliato all'oro. Quegli ardiscono di porre la mano al suo benefattore addosso, e dire che vogliono anch'essi gli scudi d'oro e non d'argento, così quelle fanno, quando col belletto mostrano di volere bellezza appresso la vita concessa loro benignamente dal cortesissimo e prudentissimo governatore dell'universo. Grande è adunque il danno dell'anima di queste donne siffatte, e infino ch'esse non rappacificano col creatore sbandendo e rosso, e bianco, e moscate acque, e quel tutto che lo può offendere, che se ne dee sperare?


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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