Pagina (95/114)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Perciocchè siccome non ogni voce, ma quella solo che ben consona viene alla melodia del suono aspettare, così non tutti i moti dell'anima, ma quelli solo che convengono con la ragione appartengono alla diritta armonia della vita. Volle Pericle ancora che il nipote Alcibiade si desse allo studio di cotale arte onestissima tanto appresso greci è apprezzata, che, oltre che la posero nel numero delle liberali, fecero che qualunque uomo di essa indotto e senza si trovava, era giudicato imperito e ignorante; il che, come scrive Marco Tullio, avvenne a Temistocle ateniese uomo chiarissimo, il quale ricusò in un pasto la lira; e Epaminonda Tebano schifò questa infamia cantando, anzi sonando divinissimamente con esso lei. La musica può acquetare gli animi furiosi, e le passioni tranquillare per grandi ch'elle si sieno, e levare noi da queste tenebre e folta aria alla lucidissima macchina distinta di tanti folgoranti e bellissimi lumi che ci sovrastano, e quasi falconiero col logoro ci chiamano e ci sgridano di continuo perchè a loro pervegnamo quasi alla nostra primiera origine e descendenza, quando che sia un giorno tolti al sonno gravissimo che ci chiude e opprime continuamente gli occhi di dentro. Ma a che stendermi io in lode della musica? Non sarebbe questo, avendo già mille preso l'assunto, un portare, com'è in proverbio, alberi alla selva, acqua al mare, foco a foco, vasi a Samo, nottole ad Atene, crocodili ad Egitto? Non sarebbe un volere ritessere la tela dell'antica Penelope?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





Pericle Alcibiade Marco Tullio Temistocle Epaminonda Tebano Samo Atene Egitto Penelope