Pagina (102/114)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il medesimo Bembo nel secondo degli Asolani viene nelle giovani a commendare, quando sotto persona di Gismondo dice così: Oh con quanta soavità ci suole gli spiriti ricreare un vago canto delle nostre donne, e quello massimamente che è col suono d'alcuno concordevole stromento accompagnato, tocco delle loro delicate e musiche mani. Suonerà adunque la donna nostra alle volte a tempo e a luogo, ma sempre modestamente, ma sempre riverentemente, e non pur suonerà, ma canterà a danzerà ancora, come le si conviene e non più, cioè con rispetto grande e vergogna nel volto. Il che sempre le ha da essere dicevole e convenevole assai fra gli uomini. E se non fosse ch'io m'apparecchio a dire delle altre cose appartenenti alla donna, io mi occuperei a provare per gli autori, e non pur per l'uso buono che vi è, più diffusamente che le conviene il sonare, che le conviene il cantare, come ci ha mostro il Petrarca per mezzo di Laura nel sonetto, Dodici donne: Onde tolse Amor l'oro: Grazie, ch'a pochi il ciel: Amor m'ha posto: Quand'Amor i begli occhi, e che le conviene il danzare. Il che si cava dal sonetto, Real Natura, e forse da quello, Avventuroso più d'altro terreno, per passarmene via delle Grazie e delle Ninfe, le quali i poeti, come Orazio al quarto de' Carmi suoi all'ode settima, inducono carolanti e danzanti al tempo che ringiovinisce l'anno, e gli alberi si rivestono; ma ora io non posso senza mio e vostro gran disagio in ciò trattenermi, perciocchè, qui dimorando, e restandomi a favellare assai circa la donna, quando avrei io compito?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





Bembo Asolani Gismondo Petrarca Laura Dodici Amor Amor Quand'Amor Real Natura Avventuroso Ninfe Orazio Carmi