Perocchè la storia della patria nostra, negli ultimi cento e sessanta anni, è veramente la storia del fisico, morale ed intellettuale progresso. Coloro che paragonano il tempo in cui è loro toccato di vivere con una età d'oro che esiste solo nelle loro fantasie, parlino pure di degenerazione e decadimento; ma niuno che conosca davvero le faccende de secoli andati sarà inchinevole a guardare con occhio lugubre o scoraggiato il presente.
Condurrei molto imperfettamente l'opera che ho impreso a comporre se descrivessi soltanto battaglie ed assedi, innalzamenti e cadute di ministeri, intrighi di palazzo, discussioni di parlamento. Sarà quindi mio studio riferire la storia del popolo, non che quella del governo; indicare il progresso delle arti utili e delle belle; descrivere le sètte religiose, e le vicissitudini delle lettere; ritrarre i costumi delle successive generazioni, e non trasvolare negligentemente neppure sulle mutazioni che sono seguite nelle fogge di vestire, di banchettare, e ne' pubblici sollazzi. Con animo lieto sosterrò il rimprovero di avere, così facendo, attentato alla dignità della storia, qualora mi riesca di esporre agli occhi degli Inglesi del secolo decimonono una vera pittura della vita de' loro antichi.
Gli eventi che mi propongo di narrare formano un solo atto d'un grande e complicato dramma che risale ad età remote, e che sarebbe imperfettissimamente inteso ove lo intreccio degli atti precedenti rimanesse ignoto. Per la qual cosa aprirò la mia narrazione narrando a brevi tratti la storia della nostra patria da' suoi antichissimi tempi.
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Inglesi
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