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      Le medesime atrocità che avevano tenuto dietro alla vittoria dei Sassoni sopra i Celti, toccarono poscia ai Sassoni per le mani dei Danesi. La civiltà, che già principiava a sorgere, non ne sostenne il colpo e giacque di nuovo. Grosse colonie di venturieri, movendo dal Baltico, stabilironsi sopra le nostre spiagge orientali, e a poco a poco procedendo verso Occidente, sostenuti dagli aiuti che loro venivano dal mare, ambirono il dominio di tutto il reame. Il conflitto fra le due fiere razze teutoniche durò per sei generazioni, signoreggiandosi alternativamente. Crudeli carnificine seguite da vendette crudeli, provincie devastate, conventi saccheggiati, città distrutte dalle fondamenta, compongono la più gran parte della storia di quegl'infausti giorni. Alla perfine cessò di erompere dal Settentrione quel perpetuo torrente di predoni, e da quel tempo in poi la scambievole avversione delle razze cominciò a scemare. I mutui connubi divennero frequenti. I Danesi impararono la religione dei Sassoni; e in tal guisa estirpossi una delle cagioni del loro odio mortale. Gl'idiomi danese e sassone, entrambi dialetti d'una lingua più estesa, armonizzarono in uno. Ma la distinzione tra i due popoli non era affatto scomparsa allorchè sopraggiunse un evento, che li prostrò, schiavi e degradati entrambi, ai piedi di un terzo popolo.
      VI. I Normanni erano a quei tempi la gente più insigne di tutta la Cristianità. Per valore e ferocia si erano resi cospicui fra i predatori che la Scandinavia aveva già mandati a devastare la Europa Occidentale.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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