Se ai Plantageneti fosse venuto fatto, siccome una volta parve verosimile, di porre tutta la Francia sotto il loro dominio, egli è probabile che la Inghilterra non avrebbe avuta mai una esistenza indipendente. I suoi principi, i signori, i prelati, sarebbero stati uomini diversi di sangue e di lingua dagli artigiani e dagli agricoltori. Le entrate de' suoi grandi possidenti sarebbero state spese in feste e diporti su le rive della Senna. La nobile favella di Milton e di Burke sarebbe rimasta nella condizione di rustico dialetto, priva di letteratura, di grammatica, d'ortografia fissa, abbandonata all'uso della plebaglia. Nessuno uomo di discendenza inglese si sarebbe innalzato a grado eminente, ove non fosse diventato francese per lingua e costumi.
VIII. La Inghilterra va debitrice di avere scansate coteste calamità ad uno avvenimento che gli storici hanno generalmente rappresentato come un disastro. I suoi interessi erano così direttamente opposti agli interessi de' suoi principi, che erasi ridotta a sperare soltanto negli errori e nelle traversie loro. Lo ingegno e perfino le virtù de' sei primi re francesi che la signoreggiarono, furono per lei una sciagura. La demenza e i vizi del settimo le furono di salvezza. Se Giovanni avesse ereditato gl'incliti pregi del padre suo, d'Enrico Beauclerc, o del Conquistatore; anzi se avesse egli posseduto il coraggio marziale di Stefano o di Riccardo, e se il re di Francia a quel tempo stesso fosse stato inetto al pari di tutti i successori di Ugo Capeto; la casa de' Plantageneti avrebbe acquistata in tutta l'Europa una supremazia senza rivali.
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