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      La ricchezza nazionale consisteva principalmente in greggi ed armenti, nelle ricolte dell'anno, e nelle semplici abitazioni dentro le quali s'annidavano le genti. Tutte le masserizie, gli arnesi delle botteghe, le macchine reperibili nel reame, erano di minor valore di quello che sia ciò che qualche parrocchia dei giorni nostri contiene. Le manifatture erano rozze, il credito quasi nullo. La società quindi si riaveva dal colpo, subito appena cessato il conflitto. Le calamità della guerra civile limitavansi alle stragi che seguivano nel campo di battaglia, ed a poche punizioni capitali o confische. In meno d'una settimana dopo, il contadino ripigliava il suo aratro, e il gentiluomo sollazzavasi a mandare in aria il falcone ne' campi di Towton, o di Bosworth, come se nessun evento straordinario fosse sopraggiunto ad interrompere il corso regolare della vita umana.
      Oramai sono trascorsi centosessanta anni, dacchè il popolo inglese rovesciò con forza il governo del paese. Ne' cento e sessanta anni che precessero la unione delle due Rose, regnarono in Inghilterra nove re, sei dei quali vennero cacciati dal trono, cinque vi perderono la corona e la vita. Per la quale cosa, egli è evidente che il paragonare la nostra politica antica alla moderna deve inevitabilmente condurre alle più erronee conclusioni, qualora non si conti per molto l'effetto di quelle restrizioni che la resistenza, o la paura della resistenza, imponeva sempre ai Plantageneti. E poichè i nostri antichi avevano contro la tirannide una importantissima guarentigia che a noi manca, potevano porre in non cale quelle tali guarentigie che noi stimiamo di grandissimo momento.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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