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      Non potendo noi, senza il pericolo di danni da' quali rifugge la nostra immaginazione, adoperare la forza fisica come un ostacolo contro il mal governo, è per noi cosa evidentemente saggia essere gelosissimi di tutti i poteri costituzionali raffrenanti il mal governo; spiare scrupolosamente ogni principio d'usurpazione; e non patire mai che nessuna irregolarità, quand'anche fosse d'indole innocua, passi senza essere combattuta, ove non possa allegare a favor suo l'esempio di atti precedenti. Quattrocento anni indietro questa minuta vigilanza poteva non essere necessaria. Una nazione d'intrepidi arcieri e lancieri poteva, con poco periglio delle sue libertà, mostrarsi connivente a qualche atto illegale nella persona di un principe, del quale l'amministrazione fosse generalmente buona, e il trono non difeso nè anche da una compagnia di soldati regolari.
      Sotto tale sistema, comunque possa sembrare rozzo in paragone di quelle elaborate Costituzioni che sono sorte negli ultimi settant'anni, gl'Inglesi godevano ampia misura di libertà e felicità. Tuttochè sotto il debole regno di Enrico VI lo Stato fosse lacerato prima dalle fazioni e poscia dalla guerra civile; tuttochè Eduardo IV fosse principe d'indole dissoluta e superba; tuttochè Riccardo III venga generalmente rappresentato come mostro di scelleraggine; tuttochè le esazioni di Enrico VII gettassero il paese nella miseria; - egli è certo che gli avi nostri, sotto tali re, erano governati meglio de' Belgi sotto Filippo soprannominato il Buono, e de' Francesi sotto quel Luigi che veniva chiamato padre del popolo.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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