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      Egli era, nondimeno, impossibile ai Tudors di opprimere il popolo al di lą di certi limiti; poichč non avevano forza armata, ed erano circondati da un popolo armato. La reggia era guardata da pochi famigliari, che potevano essere agevolmente sconfitti dalla popolazione di una sola contea, o d'un solo quartiere della cittą di Londra. Cotesti principi alteri erano, dunque, soggetti ad un freno pił forte d'ogni qualunque altro potesse essere loro imposto dalle semplici leggi; ad un freno che, a dir vero, non li impediva dal trattare arbitrariamente e perfino barbaramente un individuo, ma che efficacemente guarentiva il paese contro una generale e perpetua oppressione. Potevano impunemente essere tiranni dentro la propria corte, ma era loro necessario sorvegliare con perpetua ansietą il sentire della nazione. Enrico VIII, a modo d'esempio, non trovņ ostacolo allorquando gli piacque di mandare Buckingham e Surrey, Anna Bolena e Lady Salisbury, al patibolo. Ma allorquando, senza l'assenso del Parlamento, chiese ai suoi sudditi una contribuzione che equivaleva a un sesto de' loro averi, gli fu forza ritirare la domanda. Il grido di migliaia e migliaia fu, che essi erano Inglesi e non Francesi, uomini liberi e non schiavi. In Kent i commissari regi fuggirono per salvare la vita; in Suffolk quattro mila uomini presero le armi e mostraronsi. In quella contea i luogotenenti del re invano si sforzarono di formare un esercito. Coloro che non parteciparono alla insurrezione, dichiararono di non volere, in quel litigio, combattere contro i loro fratelli.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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