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      Se la sua vita fosse stata più lunga, avrebbe trovato difficile il mantenere un posto assalito con pari furore da tutti coloro che erano zelanti delle nuove opinioni o delle vecchie. I ministri ai quali furono affidate, a nome del suo figlio fanciullo, le regie prerogative, non poterono provarsi di perseverare in una politica cotanto rischiosa; né Elisabetta potè arrisicarsi a ritornarvi. Era mestieri eleggere fra il risottomettersi alla Chiesa di Roma, o procacciarsi lo aiuto de' protestanti. Al governo e ai protestanti, una cosa era comune; l'odio della potenza papale. I riformisti inglesi erano ansiosi di spingersi tanto oltre, quanto i loro fratelli sul Continente. Unanimemente dannarono come anticristiani un gran numero di dommi e di cerimonie, cui Enrico erasi ostinatamente attenuto, e che Elisabetta aveva con ripugnanza abbandonati. Molti sentivano una forte avversione anche a cose indifferenti, le quali già formavano parte della politica e del rituale della mistica Babilonia. Il vescovo Hooper, a cagione d'esempio, il quale morì animosamente a Gloucester per la sua religione, ricusò lungo tempo d'indossare le vesti episcopali. Il vescovo Ridley, martire di maggiore rinomanza, distrusse gli antichi altari della sua diocesi, ed ordinò che la Eucaristia venisse ministrata in mezzo alle chiese sopra mense, che i papisti con irreverenza chiamavano mense da ostriche. Il vescovo Jewel disse che il modo di vestirsi del clero era abito da commedia, manto da stolti, reliquia degli Amoriti, e promise di non perdonare a fatica alcuna onde estirpare assurdità così disonorevoli.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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