Non era necessaria la imposizione delle mani. Il re - era questa la opinione di Cranmer, esposta con chiarissimi vocaboli - poteva, per virtù dell'autorità derivante da Dio, fare un sacerdote; e il prete così creato non aveva mestieri di nessuna altra ordinazione. Da tali opinioni Cranmer si condusse alle loro legittime conseguenze. Credeva che le sue attribuzioni spirituali, siccome le attribuzioni secolari del cancelliere o del tesoriere, cessassero col cessare dell'autorità nel principe che gliele aveva concedute. E però, allorquando Enrico finì di vivere, lo arcivescovo e i suoi suffraganei formarono nuove commissioni, con potestà di stabilire ed esercitare altre funzioni spirituali fino a che fosse piaciuto al nuovo sovrano ordinare altrimenti. A chi obiettava che la potestà di legare e di sciogliere, affatto distinta dalla potestà temporale, era stata data da Nostro Signore a' suoi apostoli, i teologi di cotesta scuola risposero, che la potestà di legare e di sciogliere era discesa non al solo clero, ma a tutta la famiglia degli uomini cristiani, e doveva essere esercitata dal supremo magistrato, come rappresentante della società. A chi obiettava, san Paolo avere parlato di certi determinati individui che lo Spirito Santo aveva istituiti sorvegliatori e pastori de' fedeli, risposero che il re Enrico era quel sorvegliatore e quel pastore il quale era stato eletto dallo Spirito Santo, ed al quale applicavansi le parole di san Paolo(8).
Coteste alte pretese furono di scandalo ai protestanti ed ai cattolici; scandalo che accrebbesi grandemente allorchè la supremazia che Maria aveva resa al papa, venne nuovamente da Elisabetta annessa alla corona.
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