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      È facile immaginare lo sdegno che dovevano provare gli spiriti audaci e indagatori, gloriantisi della libertà novellamente acquistata, come si accôrsero che una istituzione giovanissima, la quale aveva sotto gli stessi occhi loro ricevuta forma dalle passioni e dagli interessi d'una corte, cominciava a scimmiottare lo altero contegno di Roma.
      XXIX. Dacchè non era modo a convincere uomini siffatti, e' fu stabilito di perseguitarli. Tale persecuzione produsse in essi i suoi naturali effetti. Erano una setta, e diventarono una fazione. All'odio che sentivano contro la Chiesa, aggiunsero l'odio contro la corona. Questi due sentimenti erano commisti, e invelenivansi vicendevolmente. Le opinioni del puritano intorno alla relazione fra principe e suddito, differivano grandemente da quelle che venivano inculcate nelle omilie. I suoi teologi prediletti lo avevano, e col precetto e con lo esempio, incoraggiato ad opporre resistenza ai tiranni ed ai persecutori. I suoi fratelli calvinisti in Francia, in Olanda, in Iscozia, erano in armi contro principi crudeli e idolatri. Le sue nozioni concernenti il governo dello stato assunsero una tinta consentanea alle sue nozioni concernenti il governo della Chiesa. Parecchi dei sarcasmi che il popolo scagliava contro lo episcopato, potevano, senza molta difficoltà, adattarsi al principato; e molti degli argomenti che adoperavansi a provare che il potere spirituale era meglio collocato in un Sinodo, sembravano condurre alla conclusione, che il potere temporale sarebbe meglio collocato in un Parlamento.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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