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      La morale e i costumi furono sottoposti ad un codice che somigliava quello della sinagoga, quando essa era nelle sue peggiori condizioni. Il vestire, il contegno, il linguaggio, gli studi, i sollazzi di quella rigida setta, furono regolati secondo principii simili a quelli de' Farisei, i quali orgogliosi delle loro mani lavate e de' loro grandi filatterii, insultavano il Redentore come violatore del sabato e bevitore di vino. Era peccato lo appendere ghirlande al maggio, il bere alla salute d'un amico, il lanciare in aria uno sparviero, il dar la caccia ad un cervo(14), il giocare a scacchi, arricciarsi i capelli, portare trine inamidate, suonare la spinetta, leggere il Fairy Queen. Simiglianti precetti, i quali sarebbero sembrati insopportabili allo spirito libero e brioso di Lutero, e spregevoli al tranquillo e filosofico intelletto di Zuinglio, gettarono sopra la vita il peso di una regola pił che monastica. La dottrina e la eloquenza in cui i grandi riformatori eransi resi illustri, ed a cui andavano non poco debitori dei loro successi, venivano da questa nuova scuola di protestanti considerate con sospetto, se non con avversione. Parecchi rigoristi avevano scrupolo d'insegnare la grammatica latina, perchč vi s'incontravano i nomi di Marte, di Bacco, di Apollo. Le belle arti vennero quasi proscritte. Il solenne suono dell'organo era superstizioso; ed era dissoluta la musica allegra delle maschere di Ben Johnson(15). Mezze le pił belle pitture d'Inghilterra erano idolatre, e le altre mezze indecenti.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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