Il giorno in cui le Camere riaprirono le adunanze, forma una delle epoche più memorabili nella nostra storia. Da esso data la vera esistenza, come corpi distinti, de' due grandi partiti che hanno poi sempre governato con alterna vicenda il paese. In un certo senso, a dir vero, la distinzione, che allora divenne più manifesta, era sempre stata e sarà sempre, come quella che nasce dalle diversità d'indole, d'intendimento e d'interesse, che trovansi in tutte le società, e vi si troveranno finchè la mente umana non cesserà d'essere trascinata per opposti sentieri dalla forza dell'abitudine e da quella della novità. Non solo nella politica, ma nelle lettere, nelle arti, nelle scienze, nella chirurgia e nella meccanica, nella navigazione e nell'agricoltura, anzi nelle stesse matematiche, trovasi distinzione siffatta. In ogni dove è una classe d'uomini che tenacemente si appigliano a ciò che è antico, e quando anche da ragioni incontrastabili sieno convinti che la innovazione sarebbe benefica, vi assentono pavidi e sospettosi. Avvi egualmente un'altra classe di uomini, ardenti a sperare, audaci a speculare, proni a spingere sempre innanzi, corrivi a scoprire imperfezioni in tutto ciò che esiste, spensierati intorno ai perigli ed alle inconvenevolezze che accompagnano le riforme, ed inclinevoli a laudare ogni mutazione come un miglioramento. In entrambe queste generazioni di uomini è qualche cosa degna d'essere commendata; massime in quelli che scostandosi dagli estremi opposti, ravvicinansi così che paiono starsi in un confine comune.
| |
Camere
|