Dichiarò d'essere determinato a voler governare concordemente con la Camera de' Comuni, ed a tal fine chiamare ai suoi consigli uomini i quali, per ingegno e carattere, godessero la fiducia della Camera. Nè la scelta fu male fatta. Falkland, Hyde e Colepepper, tutti e tre uomini cospicui per essersi adoperati efficacemente a riformare gli abusi od a punire i malvagi ministri, vennero invitati ad essere fidi consiglieri della Corona, ed ebbero da Carlo la solenne assicurazione, che non avrebbe fatto il minimo passo intorno a ciò che concerneva la Camera Bassa del Parlamento, senza averne chiesto il loro parere.
E' non è dubbio che s'egli avesse mantenuta tale promessa, la reazione, che già progrediva, sarebbe diventata tanto vigorosa, quanto la potevano desiderare i realisti più rispettabili. Già i più irrequieti membri dell'opposizione avevano cominciato a disperare delle sorti del proprio partito, a tremare per la salvezza propria, e parlavano già di vendere i loro beni ed emigrare in America. Se le belle speranze che cominciavano a sorridere al Re, svanirono improvvise, se la sua vita fu amareggiata dall'avversità ed in fine abbreviata dalla violenza, ne chiami in colpa la propria perfidia e il dispregio delle leggi.
E' pare certo ch'egli detestasse ambi i partiti in cui era divisa la Camera de' Comuni. Nè ciò è strano; perocchè in entrambi l'amore della libertà e l'amore dell'ordine, comunque con diverse proporzioni, erano commisti. I consiglieri che Carlo, stretto dalla necessità, aveva chiamati presso di sè, non erano in nulla graditi al suo cuore.
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