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      Questi valorosi volontari non arrivarono mai a conseguire la fermezza, la pronta obbedienza, la precisione meccanica dei movimenti, che predistinguono il soldato regolare; ma in sulle prime avevano di fronte nemici indisciplinati quanto loro, e meno operosi, forti ed arditi. Per qualche tempo, quindi, i Cavalieri quasi in ogni scontro rimasero vittoriosi.
      Le Camere anche non avevano avuta la fortuna di scegliere un buon generale. Il grado e la opulenza rendevano il conte d'Essex uno degli uomini più cospicui del partito parlamentare. Aveva con lode guerreggiato sul Continente, ed allorquando le ostilità scoppiarono, godeva sopra ogni altro nel paese alta riputazione militare. Ma tosto si conobbe che egli era inetto al supremo comando. Aveva poca energia e nessun ingegno inventivo. La tattica metodica ch'egli aveva imparata nella guerra del Palatinato, non lo salvò dalla sciagura di essere soprappreso e sconfitto da un capitano come Rupert, il quale non poteva pretendere ad altra rinomanza che a quella di ardimentoso uomo di parte.
      Nè i maggiori ufficiali ad Essex sottoposti, erano in condizioni di supplire ai difetti di lui: il che scusa o libera le Camere da ogni biasimo. In un paese nel quale nessuno de' viventi aveva mai vista una gran guerra, non potevano trovarsi generali di sperimentata perizia e valentia. Era perciò necessario in sulle prime di servirsi d'uomini inesperti: e naturalmente vennero preferiti coloro che erano cospicui per condizione o per le doti di cui avevano fatta mostra in Parlamento.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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