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      Ciò che gli rimaneva a fare, era di dare alla nuova Repubblica una Costituzione, che somigliasse a quella della vecchia monarchia tanto quanto piacesse all'armata. Perchè non si dicesse ch'egli si fosse da sè elevato al nuovo potere, convocò un Consiglio, composto in parte d'individui sul sostegno de' quali ei poteva riposare, in parte di altri de' quali poteva di leggieri sfidare l'opposizione. Tale Assemblea, ch'egli chiamò Parlamento, e cui il popolaccio appose il nome di uno de' suoi più cospicui membri, cioè Parlamento di Barebone, dopo di essersi per breve tempo fatta segno al pubblico scherno, depose nelle mani del generale i poteri ricevuti da lui, e gli lasciò piena libertà di foggiare a suo talento un sistema di governo.
      LXIV. Il suo disegno, fin da principio, somigliava considerevolmente alla vecchia Costituzione inglese; ma in pochi anni egli credè opportuno spingersi più oltre, e ristaurare quasi ogni parte dell'antico sistema sotto nuovi nomi e nuove forme. Il titolo di re non fu ristabilito, ma le prerogative regie vennero affidate ad un alto protettore. Il sovrano fu chiamato non Sua Maestà, ma Sua Altezza; non fu coronato ed unto nell'Abbadia di Westminster, ma solamente intronizzato, decorato della spada dello Stato, vestito d'un manto purpureo, e gli fu fatto presente d'una ricca Bibbia nella Sala di Westminster. Il suo ufficio non fu dichiarato ereditario, ma gli fu concesso di nominare il suo successore; e nessuno dubitava ch'egli avrebbe nominato il proprio figlio.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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