Le Ninfe e le Grazie, opera dello scalpello ionio, furono consegnate agli scalpellini puritani perchè le rendessero più decenti. Ai vizi leggieri la fazione predominante dichiarò guerra con zelo poco temperato dall'umanità o dal buon senso. Fecero severe leggi contro le scommesse; decretarono la pena di morte contro l'adulterio. Lo illecito commercio de' sessi, anche scevro di violenza o di seduzione, o di pubblico scandalo, o di violazione di diritti coniugali, fu dichiarato delitto. I pubblici sollazzi, dalle mascherate che allegravano i palagi de' grandi, fino alle grottesche rappresentazioni del villaggio, furono rigorosamente riprovati. Una ordinanza prescriveva che tutti gli alberi festivi di maggio dovessero essere quinci innanzi abbattuti. Un'altra inibiva ogni qualunque divertimento teatrale. I teatri dovevano essere distrutti, gli spettatori multati, gli attori legati alla coda d'un cavallo e frustati. Il danzare sulla corda, i giuochi de' burattini, le corse de' cavalli, erano guardati di mal occhio. Ma il giuoco dell'orso, a quei tempi amato tanto dalle classi alte e dalle basse, era obietto d'indicibile abbominio a quegli austeri settarii. È da notarsi che la loro avversione a quella specie di sollazzo non aveva nulla di comune col sentimento che a' dì nostri ha indotta la legislatura ad immischiarsene, con lo scopo di proteggere gli animali contro la matta crudeltà degli uomini. Il puritano odiava il giuoco dell'orso non perchè tormentava la povera bestia, ma perchè recava diletto agli spettatori.
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Ninfe
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