Nondimeno, la indipendenza di quel piccolo Regno era necessariamente più nominale che reale; imperciocchè, fino a tanto che il Re aveva l'Inghilterra favorevole, ei non poteva nulla temere dalla disaffezione de' suoi altri dominii. Adesso trovavasi in condizioni tali, da ritentare ciò che era riuscito fatale al padre suo, senza paventarne la miseranda fine. Carlo I erasi provato ad imporre a forza, di propria autorità, la propria religione agli Scozzesi, nel punto istesso in cui la religione sua e la sua reale autorità non erano popolari in Inghilterra; e non solo non v'era riuscito, ma aveva suscitate turbolenze che gli costarono la Corona e la vita. I tempi ora procedevano mutati; la Inghilterra era zelante della monarchia e della prelatura; e però il disegno, che nella precedente generazione era stato imprudente all'estremo, poteva ritentarsi con poco rischio pel trono. Il Governo determinò di istituire una chiesa episcopale in Iscozia. Il disegno venne riprovato da ogni assennato e rispettabile scozzese. Parecchi uomini di Stato in Iscozia, zelanti della regia prerogativa, avevano ricevuto educazione presbiteriana. Comecchè poco turbati da scrupoli, amavano la religione della loro infanzia; e bene conoscevano quanto profonde avesse le radici ne' cuori de' loro concittadini. Protestarono vigorosamente; ma trovando inutili le proteste, non ebbero la virtù necessaria a perseverare in una opposizione che avrebbe offeso il loro signore, ed alcuni di loro piegaronsi alla ribalderia ed alla viltà di perseguitare quella che in coscienza credevano essere la forma più pura del cristianesimo.
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