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      Nè anche una voce levossi a difendere un Ministro colpito dall'odio dei falli che provocavano il furore del popolo, e da quello delle virtù che tornavano moleste e importune al sovrano. Southampton non era più. Ormond compì i doveri d'amicizia con energia e fedeltà, ma invano. Il Cancelliere fu avvolto in una grande rovina. Il Re gli tolse i sigilli; la Camera de' Comuni lo pose in istato d'accusa; la sua vita non rimase sicura; ei fuggì dal paese; un editto lo dannava ad esilio perpetuo; e coloro che lo avevano assalito, minandogli il terreno di sotto ai piedi, si misero a contendere per dividersi le spoglie del caduto.
      Il sacrificio di Clarendon ammorzò un poco la sete di vendetta che ardeva nel popolo. Nondimeno, l'ira sua, rieccitata dalla profusione e dalla negligenza del Governo, e dalla pessima condotta della ultima guerra, non era per nulla spenta. I consiglieri di Carlo, tenendo dinanzi agli occhi la miseranda sorte del Cancelliere, trepidavano per la propria sicurezza. Avvertirono, quindi, il loro signore a calmare la irritazione che prevaleva nel Parlamento e per tutto il paese, ed a tal fine appigliarsi ad un provvedimento che non ha nulla di simile nella storia degli Stuardi, e che era degno della prudenza e magnanimità d'Oliviero.
      XXI. Siamo adesso pervenuti ad un punto, in cui la storia della grande rivoluzione inglese principia a complicarsi con la storia della politica straniera. La potenza spagnuola veniva, da molti anni, volgendo in basso. Egli è vero che possedeva tuttavia in Europa il Milanese, le Due Sicilie, il Belgio e la Franca Contea; e che in America i suoi dominii distendevansi da ambi i lati dello equatore, al di là de' confini della zona torrida.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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