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      È da dubitarsi se nè anche uno dei quaranta membri dell'Accademia Francese avesse nella propria biblioteca un solo libro inglese, e conoscesse solo di nome Shakspeare, Johnson o Spenser. Pochi Ugonotti, eredi dello spirito de' proprii antenati, potevano forse consentire con le Teste-Rotonde, loro confratelli nella fede; ma gli Ugonotti più non erano formidabili. I Francesi, come corpo, affettuosi alla Chiesa di Roma, ed orgogliosi della grandezza del Re loro e della propria lealtà, guardavano le nostre lotte contro il papismo e il potere arbitrario, non solo senza ammirazione o simpatia, ma con forte disapprovazione e disgusto. Sarebbe, adunque, grave errore attribuire la condotta di Luigi a timori simili in tutto a quelli che, nell'età nostra, indussero la Santa Alleanza ad immischiarsi nelle faccende interne di Napoli e di Spagna.
      Ciò non ostante, le proposte fatte dalla Corte di Whitehall giunsero a Luigi gradite singolarmente. Meditava già i giganteschi disegni, che tennero poscia per quaranta anni in perpetuo commovimento tutta l'Europa. Voleva umiliare le Provincie Unite, ed incorporare ai propri dominii il Belgio, la Franca Contea e la Lorena. Nè ciò era tutto. Essendo il Re di Spagna un fanciullo malaticcio, era verosimile morisse senza prole. La sorella maggiore di costui era Regina di Francia. Era quasi certo arrivasse il giorno - e poteva arrivare presto - in cui la casa de' Borboni avesse a produrre i suoi diritti a quel vasto Impero, sul quale il sole non tramontava giammai.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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