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      La legge passò; e il Duca di York, per conseguenza, fu costretto a deporre l'eminente ufficio di Lord Grande Ammiraglio.
      XXXVI. Fin qui i Comuni non s'erano dichiarati avversi alla guerra cogli Olandesi. Ma, poscia che il Re, in compenso della pecunia cautamente concessa, abbandonò intieramente il suo sistema di politica interna, coloro scagliaronsi impetuosamente contro la sua politica estera. Chiesero che allontanasse dal suo Consiglio Buckingham e Lauderdale, ed elessero una Commissione per considerare se fosse giusto porre Arlington in istato di accusa. Poco tempo dopo, la Cabala non era più. Clifford, che solo de' cinque era meritevole del nome di uomo onesto, ricusò di riconoscere la nuova legge, depose il suo bastone bianco, e ritirossi in villa. Arlington lasciò l'ufficio di Segretario di Stato, per passare ad un impiego tranquillo e dignitoso nella Casa reale. Shaftesbury e Buckingham sì rappaciarono con la opposizione, e mostraronsi a capo della procellosa democrazia della città. Lauderdale, tuttavia, seguitò ad essere Ministro per gli affari della Scozia, ne' quali il Parlamento Inglese non poteva immischiarsi.
      Dopo ciò, i Comuni incalzarono il Re a far pace con la Olanda; ed espressamente dichiararono, che più non avrebbero conceduto danaro per la guerra, se non se nel caso che il nemico ostinatamente ricusasse di accettare patti ragionevoli. Carlo stimò necessario differire a stagione più convenevole il pensiero di eseguire il trattato di Dover, e blandire la nazione, facendo mostra di ritornare alla politica della Triplice Alleanza.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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